LE TRE “I” DI RAFA NADAL: INIMMAGINABILE, INCREDIBILE, IRRIPETIBILE
- giovannigpelazzo
- 12 ott 2020
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 24 gen 2021
Nel lontano 2005, all’età di diciannove anni, Rafael Nadal Parera conquistò per la prima volta lo slam parigino del Roland Garros. Che quella vittoria non fosse un semplice exploit lo avevano capito un po’ tutti (vista anche la vittoria in semifinale in quattro set contro sua maestà Roger Federer), ma da lì a pensare che in quindici anni quel ragazzino con la canotta e i capelli lunghi avrebbe conquistato Bois de Boulogne altre dodici volte, forse quello non balenava nemmeno nei più fantasiosi pensieri del giovanissimo maiorchino.
Nadal e il Roland Garros sono legati ineffabilmente, e non sono solo le strabilianti statistiche a confermarlo, come le 100 vittorie su 102 match disputati, i 13 trionfi in un unico torneo ATP (record), i 4 trofei slam sollevati senza concedere nemmeno un set ai suoi sette avversari di turno (record), i 26 successi in altrettanti incontri tra semifinali e finali (e qui è meglio fermarsi perché si potrebbe scrivere un intero articolo composto da soli, impressionanti numeri).
Se la vita di un qualunque tennista dipendesse unicamente da una vittoria di un collega su un determinato campo, praticamente tutti sceglierebbero come uomo del proprio destino Rafael Nadal e il Philippe-Chatrier (e se non ci credete, una recente intervista di un certo Novak Djokovic può confermarvelo). Tra il matador spagnolo e la più famosa arena francese c’è un feeling incredibile, di cui nemmeno Federer e il Center Court di Wimbledon o Djokovic e la Rod Laver Arena agli Australian Open possono vantarsi.
Non è certo un caso che sia il primo che l’ultimo slam del maiorchino – che ha toccato quota 20 affermazioni, record all-time condiviso con Federer – siano arrivati sulla terra rossa di Parigi. In quindici anni, per Rafa, sono cambiate parecchie cose: gli avversari, gli accorgimenti al suo stile di gioco per allungarsi la carriera, persino le condizioni del torneo.
Mai come quest’anno, infatti, the king of clay era in un certo senso atteso al varco dalla maggior parte degli addetti ai lavori, che indicavano sulla sua strada verso la vittoria finale ostacoli fino ad allora sconosciuti in terra parigina, come il clima freddo e pesante o le palline e i campi più veloci, che – sulla carta – avrebbero messo in grande difficoltà Nadal. Già, perché anche quest’anno sul campo non c’è stata storia, e a sollevare il trofeo dei moschettieri c’era, ovviamente, di nuovo lui, puntellando una storia di per sé irripetibile.
Escludendo i Big3, il giocatore con più titoli slam in bacheca è Pete Sampras: ne vinse quattordici. Sollevando ancora una volta il trofeo a Bois de Boulogne, a inizio giugno 2021 Rafael Nadal potrebbe eguagliare i trionfi dello statunitense contando unicamente i titoli al Roland Garros.
Una storia che ieri era inimmaginabile, oggi è incredibile, domani sarà, molto probabilmente, irripetibile. Merito di un signore spagnolo che ha da tempo preso la residenza sull’Olimpo del tennis.
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